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Foro

Foro

Leos segue Zeus correndo assieme al gruppo verso una possibile uscita.
Le gambe gli fanno male dalle ripetute botte subite nelle cosce, si trascina comunque dignitosamente fino all'uscita...

Retro del Foro

Appena l'ascensore si ferma ed i portelloni cigolanti si aprono uno schizzo di sangue investe il suo volto. Si lecca le labbra assaporando il sapore tipico di sangue che ricopre il suo volto, la linfa che sostiene ogni uomo.
Il gruppo esce dall'ascensore e vede che l'inferno a raggiànto Zion.

Folle urlanti e doloranti si accalcano nei cunicoli tentando si salvarsi. Non c'è niente che Leos e gli altri possano fare per quella marmaglia sbandata di autodefinitesi "Cittadini di Zion". Si guarda attorno e non vede che il ferro delle strutture ed il sangue della gente. Il sangue copre il ferro, almeno non copre quello delle macchine...

Foro

Sorride a Mathias, in un muto ringraziamento, udendo le parole del Capitano Zeus prende per il polso il collega

<<Andiamo>>

Correndo veloce si avvicina al Capitano ed al resto delle Reclute, il quale alcuni conosce altri no, ascolta con attenzione anche se difficile a causa dell'enorme casino, le parole di Zeus il quale lo conosce per fama.
Nota la direzione dove sta andando, un'uscita di sicurezza alquanto nascosto, non lasciando la presa di Mathias, tenta di seguire il più possibile il capitano anche se li precede di molto.
Osserva e sente anche lei l'odore del sangue, da quell'espressione seria e concentrata ora si lascia trasparire un poco di dispiacere per l'accaduto, oltre a tute quelle persone ferite che innocentemente sono rimasti coinvolti.
Giungono al muro del Foro ed insieme a Mathias varca la porta d'uscita.

Retro del Foro
Segue il Capitano poco più avanti mentre osserva i cunicoli con un'espressione seria, giànti dinnanzi l'ascensore, entra con Mathias che ancora par non lasciarlo.
Durante il tragitto si accorge e lascia il polso, lo guarda con un'epressione e mormora

<Scusa>

infine ode una voce femminile
<<Benvenuti al Consiglio di Zion>>
*chissà chi ce l'avrà messa*

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Nel vivo della battaglia (Foro) ' orario indefinito
Zion
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Mathias sorride ad Isabel, lieto di essere arrivato in tempo per aiutarla e felice di essere riuscito, seppure in quello stato confusionale totale, a restare vicino a Zeus, senza perdere contatto col resto del gruppo; in quella calca sanguinolenta solo la guida sicura e senza esitazione del loro capitano gli poteva portare fuori dai guai, e come un faro nel buio dalla mischia si leva la sua voce potente e profonda:

<<Signori a me, raggiàngiamo i Difensori presto, cerchiamo di liberare il Foro da questa marmaglia!>>

Isabel prende delicatamente il polso di Mathias dicendogli sorridendo in modo radioso:

<<Andiamo>>

Mathias prontamente segue Zeus, che inizia a muoversi verso le giàbbe grigie, girando la testa a destra e a sinistra, come volendo solcare la folla col suo sguardo penetrante e ipnotizzare quelle belve scatenate. Stringe concentrato i pugni ed avanza a passi serrati, senza esitazione alcuna, senza mai lasciare la presa alla mano di Isabel, sincerandosi solo di essere seguito dal resto del gruppo e che nessuno restasse incastrato nella confusione bisognoso del suo supporto. Il loro contingente è come un cuneo di acciaio conficcato in una lastra di marmo, che avanza con inellutabile forza di penetrazione.

Ma improvvisamente Zeus devia impercettibilmente direzione, appena facendo volgere il fronte della loro avanzata lateralmente, Mathias che è nelle prime file segue senza chiedere spiegazioni quella nuova manovra, certo che il suo Comandante stia seguendo la strada migliore e più sgombra di pericoli. Zeus nuovamente leva un ordine potente:

<<< Signori, usate il massimo della forza e resistete il più possibile. Correte senza fermarvi e seguitemi. Andiamo via di qui!!!!!>>>

Mathias sorride quasi compiaciuto, dunque quella vecchia volpe di Zeus non aveva mai avuto intenzione di portarli in aiuto dei Difensori, stava solo creando un diversivo per cercare una via di uscita da quella bolgia infernale.

Mathias segue a passo di corsa, facendosi largo con decisione e vigore insieme ad Isabel, la massa di Zeus che corre verso la loro destra, verso una rassicurante uscita di sicurezza nascosta dietro una colonna. La mole del Capitano zigzaga tra i rivoltosi, Mathias non lesina anche qualche pugno ben assestato per dissuadere qualche teppista particolarmente virulento; ad un certo punto del tragitto un uomo pelato molto muscoloso si para innanzi al loro plotone, ma Mathias lo stende con un calcio malizioso all'inguine, correndogli sopra la testa mentre procede lesto verso l'uscita ormai vicina a lui.

Zeus arriva al muro del Foro, con accanto la porta di sicurezza, si ferma e si gira per controllare tutto il gruppo, iniziando a farli defluire dalla porta:

<<<Tutti fuori! Svelti!!!>>>

Mathias raggiànge la soglia ed inizia a varcarla, sempre per mano di Isabel una piacevole presenza in quel marasma, non senza avere stretto il polso di Zeus in un silenzioso ringraziamento, e mentre esce con malcelato sollievo dal Foro, con un ultimo sguardo indietro nota che delle figure grigie stavano in quell'istante accorrendo nuMerovingiane verso il Foro, evidentemente un manipolo di rinforzo di Difensori.

*Bene, finalmente sta iniziando la riscossa delle forze fedeli al Consiglio, forza ragazzi che l'Eletto sia con voi!*

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Retro del Foro ' orario indefinito
Zion
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I cunicoli nei pressi del Foro sono letteralmente gremiti di persone, il passaggio del corteo del Monaco ha lasciato anche qui dietro di sè come triste ricordo una brutale striscia di sangue; gente ovunque, gente che corre, gente spaventata, soprattutto gente ferita, sdraiata a terra in orribili pozze di sangue. Mathias guarda shoccato quello scempio, il cuore fermo per l'angoscia, il sangue ribollente per lo sdegno profondo......

Lungo il percorso ad un certo punto Isabel sembra quasi ricordarsi di avergli stretto la mano lungo tutto il loro faticoso spostamento, e gli lascia la presa sul polso, mormorando:

<Scusa>

Mathias la guarda a sua volta imbarazzato per un istante, alla fine non dice nulla non trovando parole adeguate, ma dentro di sè rimpiange già quel tocco vellutato e delicato sul suo polso.

Mathias vede appena davanti a sè il ragazzo orientale con lo sguardo duro, oramai aggregato a pieno titolo nei loro ranghi, salvare da una rovinosa caduta sul pavimento reso scivoloso dal sangue, una giovane donna con un bimbo in braccio.

Con lo sguardo reso annebbiato dall'ira, a stento repressa, non può fare a meno di vedere la devastazione che lo circonda, la sensazione di sciagura è appena attenuata dai gesti di spontanea solidarietà che vede sbocciare intorno a lui, i feriti sono quasi tutti assistiti da altri pietosi passanti, e si iniziano ad intravedere nella confusione gli abiti bianchi degli Ospedalieri di Zion, la vita avrebbe anche stavolta prevalso sulle forze del Caos.....

Mathias avrebbe voluto con tutto il cuore contribuire con le sue mani a quell'opera di salvataggio, ma è consapevole che il ruolo di un equipaggio è militare, e che Zeus stava seguendo alla lettera le direttive ricevute, che evidentemente erano di portare gli uomini a lui affidati in qualche luogo di ritrovo, per ricevere gli ordini successivi.

Zeus finalmente arriva ad un grande finestrone trasparente, che sigilla l'accesso alla sezione successiva del condotto, passa una scheda di fronte ad un sensore, e la superficie trasparente si apre. Mathias entra incuriosito col resto del gruppo, non era mai stato infatti in quella area abitativa prima, poi passa il Capitano per ultimo ed il portone si chiude dietro di lui. Camminano felpati su di una rampa con un tappeto rosso, fino a due ascensori, di fronte ai quali Zeus gli invita a salire:

<< Dividiamoci, premete la freccia in alto nell'ascensore>>

Mathias entra in uno dei due, vicino ad Isabel, non lontano da Snake e da Leos, cercando sui rudi visi dei compagni tracce di quella orribile esperienza, gli stessi segni che sapeva di portarsi lui stesso dentro e sulla pelle, dubbioso di cancellarli mai del tutto neppure col tempo, tale era la sofferenza che provava per quell'evento terribile. Poi finalmente la respirazione inizia a farsi regolare, e la mente di Mathias per l'ennesima volta controlla il corole-playero ed il livello di stress rientra, piegato dal suo rigore mentale esasperato.

Finalmente l'ascensore si ferma con un sordo tonfo meccanico ed una voce femminile recita con tono suadente:
<< Benvenuti al Consiglio di Zion>>

Ecco infine dove erano giànti, nel cuore pulsante stesso di Zion.

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Retro del Foro ' orario indefinito
Zion
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Ellen serra appena la mascella, systemandosi il laccio del casco sotto il mento aggraziato, il respiro appena accellerato dal balzo di adrenalina nelle vene, la tensione appena resa trasparente da poche goccie di sudore sulla diafana fronte, coperta dalla fitta frangia bionda. Il suo plotone ausiliario dei Difensori, metà del contingente che a momenti avrebbe spazzato via la marmaglia dal Foro, con lente e pacate movenze analoghe si sta systemando dietro di lei l'atrezzatura anti sommossa. Stavolta non saranno presi alla sprovvista, come i loro compagni ammassati ed aggrediti dentro il foro, appena difesi dalla forza dello schieramento compatto, ma di fatto disarmati di fronte ad una folla inferocita e colma di inspiegabile odio. Ogni Difensore del plotone comandato da Ellen è munito di manganelli telescopici, caschi di protezione con visiera, manicotto imbottito e scudo anti sommossa, sarà una sorole-playerresa per la plebaglia quell'armamento insuale, che mai era uscito dai magazzini della caserma, ed anzi la cui esistenza è ignota ai più degli zioniti. Corum non è tipo da lasciare nulla al caso, ed anche da questo nasce il suo fascino indubbio, quello che esercita così bene su di lei. Ellen parla nella radio incorole-playerorata nella visiera del casco:

<<Papa E a papa N, nucleo rosso in posizione nord, passo papa N>>

La risposta non si fa attendere nell'auricolare:

<<Papa N a papa E, nucleo blu in posizione sud, ci vediamo dentro, roger papa E, passo e chiudo!>>

*Bene ora tocca davvero a noi*

Ellen sorride per un istante, poi alza la voce per farsi sentire da tutti:

<<<Signori poche parole, non credo ce abbiate bisogno, dentro ci sono i nostri amici e compagni, in pericolo mortale, sta a noi tirarli fuori dal casino, e per l'Eletto ora lo faremo, come sempre facendo il nostro meglio!!! Ragazzi dentro!!!!>>

Ed il contingente si scaglia come un corole-playero solo verso il cuore della battaglia.

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Nel vivo della battaglia (Foro) ' orario indefinito
Zion
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Il gruppo di Difensori è vicino in modo pericoloso e fatale alla disfatta, il loro comandante, il Sergente Marshall, riesce a stento a tenere serrati i ranghi, l'unica arma difensiva seria che possiedono in questo momento è quella di tenersi vicini. I pochi suoi uomini che erano stati strappati allo schieramento difensivo erano finiti quasi sbranati dalla folla dei rivoltosi ebbri di rabbia e violenza, linciati senza possibilità di scampo. Marshall ravvrividisce ancora a quel pensiero, non riuscendo a darsi pace di non averli salvati, ma il momento non permette nulla se non la strenua difesa della posizione. Quel giorno nessuno si sarebbe aspettato una tragedia di questo tipo, che la situazione degenerasse a quel punto, lui ed i suoi ragazzi erano usciti dalla caserma per controllare una marcia di protesta, senza l'attrezzatura anti sommossa, e si erano trovati infilati dentro una battaglia all'ultimo sangue.

La loro energia residua è in riserva fissa, il sudore cola copioso da ogni fronte e la forza d'urto della folla di rivoltosi sta per travolgerli completamente, qualcuno dei Difensori è sfinito e fatica anche a tenere la posizione, sventolando oramai con lentezza esasperante il leggero bastone di legno che costituiva l'unica loro dotazione personale, le divise grigie chiazzate di sudore e sangue rappreso.

Ma ecco che improvvisamente dai due lati opposti della sala si ode un rumore sordo, come un rullare di tamburi da guerra, lento e compassato, un rombo di tuono che invade lo spazio del Foro, rimbombando sotto la volta altissima come una marcia funebre. Marshall ritrova in un soffio la speranza ed il sorriso, riconoscendo l'inconfondibile suono di due falangi di Difensori in avvicinamento, in piena tenuta da guerriglia:

<<<Signori serrate i ranghi, un ultimo sforzo, non mollate ora i rinforzi sono in arrivo!!!
Uomini a me, è ilo momento della verità!!!!>>>

Ed infatti mentre il Sergente parla la folla minacciosa che gli circonda inizia a diminuire la pressione sulle loro file esangui, l'attenzione ora rivolta ad una nuova e ben più poderosa minaccia, dai due lati lontani della sala ora si intravedono le file grigie infittirsi, mentre i contingenti ausiliari prendono posizione, continuando a percuotere con i manganelli telescopici di acciaio la superficie levigata degli scudi di plexiglas, come se fossero dei cimbali di guerra.

Dalla porta nord-est il gruppo è guidato dalla sagoma inconfondibile di Ellen de la Frey, algida ed altera nella divisa grigia, i capelli biondi racchiusi dal casco imbottito; quello di sud-est dal Capitano Nobie in persona, una autentica bellezza felina racchiusa nella tenuta anti rivolta, la tuta aderente alle sue curve famose su tutta Zion.

Per la prima volta gli uomini del fronte anti-consiglio oscillano sbandando, in preda ad un principio di panico, circondati ora da tre fronti di Difensori, due dei quali freschi e bramosi di scagliarsi contro quella marmaglia raccogliticcia, la fatica segna anche i visi degli indipendentisti, gli occhi smarriti cercano le sagome dei loro capi, ignari che il Monaco non è neppure entrato nel vivo della battaglia.

In quel momento di incertezza si leva sulla folla la voce sonante di Nobie:

<<<Popolo di Zion, non rendete questo giorno ancora più lungo, troppo danno è già stato fatto e molti pagheranno per questo, ma non voi e non ora se vi ritirate in buon ordine all'istante..... sappiate però che per chi resta non ci sarà pietà alcuna!!!>>>

Niobe fa un cenno di intesa ad Ellen, che di rimando solleva alto il bastone ed ordina l'avanzata al suo contingente:

<<<Signori avanti, liberiamo la piazza da questa spazzatura!!>>>

Niobe a sua volta ordina l'avanzata, ed i due cunei grigi convergono con ordine verso le file dei rivoltosi, ora colpite da un disordine crescente, paralizzate da una ondata di paura e di rispetto per i nuovi padroni del campo.

Marshall capisce che quello è il momento di provocare la rotta di quella massa pericolosa per ilo numero e la virulenza, ma priva di ogni controllo o ordine residuo:

<<<Signori a me, avanti con i bastoni, facciamoci largo verso il centro del Foro!!!>>>

Le prime file dei rivoltosi sono colpite come da un uragano da quella manovra di accerchiamento, spazzati via come da un vento infernale ed impetuoso, che spazza il Foro con energia ciclopica. I manganelli telescopici fanno scempio senza pietà ed esitazione di teste ed arti, nessuno tra i teppisti riesce ad opporre la benchè minima sacca di resistenza a quella marcia serrata.

Ellen colpisce con arte gladatoria ed eleganza innata ogni ostacolo intorno a sè, la mente concentrata su quell'opera spiacevole ma necessaria, l'istinto omicida ormai padrone del suo corole-playero, l'adrenalina alle stelle.

Niobe è una vera erinni, una vera amazzone dai mille arti mulinanti, un uragano di colpi e di schivate, una furia senza requiem e dalla velocità quasi sovrumana.

E le fila dei rivoltosi in un istante non sono più serrate e fitte, anzi non sono neppure più un gruppo sparuto, improvvisamente sono solo più una massa caotica e disordinata di poveracci terrorizzati ed in fuga. In un secondo l'esercito del Monaco non esiste più. I rivoltosi in rotta scappano verso le uscite, incalzati dai gruppi compatti ed ordinati dei Difensori.

Marshall arriva a fianco di Ellen:

<<Grazie signore, un tempismo perfetto, anche se molti miei uomini purtroppo non torneranno in caserma!>>

Ellen stringe appena il braccio muscoloso del Sergente, solido e saldo come una roccia:

<<Tranquillo, il Consiglio non lascerà impunito questo orrore!>>

Ellen si guarda intorno attonita, il sangue scorre copioso ovunque, in macchie sulle pareti ed in pozze sul pavimento, ma tutto sta per finire, Niobe incalza con i suoi gli ultimi resistenti, a momenti l'ordine regnerà di nuovo su Zion.

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Tunnel nucleo abitativo ' orario indefinito
Zion
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Il gruppo della Pegasus si allontana compatto e deciso dall'area dei docks, spingendosi verso il cuore del nucleo abitativo di Zion, tenendosi però alla larga con una zizgante deviazione dal perimetro del Foro. Eppure ovunque procedono i segni della lotta e del passaggio del corteo del Monaco sono evidenti e manifesti, sangue e feriti ovunque, donne e bambini in lacrime, uomini che cercano di confortare i loro congiànti, mani tese ad invocare un aiuto ed un soccorso. Keanu sente una fitta di rabbia e di astio montargli nel cuore, e si fa violenza per proseguire a passo spedito, rammentando gli ordini asettici appena ricevuti, ed appena confortato dalla vista dei Difensori ovunque affacendati per aiutare gli Ospedalieri, la macchina di soccorso ora sta girando a pieno regime.

Infine giàngono ad una zona controllata, Keaunu usa il suo badge da Comandante per aprire una paratia trasparente, accedendo ad un pianerottolo munito di due ascensori e vi entra subito, seguito dai quattro fedeli compagni, e preme subito il pulsante di salita.

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Fuori dal Portone del Consiglio ' orario indefinito
Zion
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Keanu esce dall'ascensore e si ritrova di fronte ad un ingresso secondario della sala del Consiglio, una massiccia porta dai battenti di legno si erge al centro di una parete affrescata con minuti motivi allegorici, dalla soglia escono voci soffuse, ogni tanto qualche mormorio supera il livello del bisbiglio e si distinguono le parole nitidamente.
Il gruppo della Pegasus varca il portone e si spinge nel ventre del potere temporale di Zion, guardandosi intorno incuriositi ed attenti.

[color=cyan:c33b705995]Tunnel nucleo abitativo ' orario indefinito
Zion [/color:c33b705995]

L'attraversare Zion in quel momento causa ad Alfred una sensazione simile a quella provata al rientro in Matrix.
Da relativamente poco tempo era stato scollegato dalla matrice, e fino a poche ore prima aveva imparato a riconoscere Zion come la realtà, realtà che ora stentava a riconoscere.
I feriti, i segni di combattimento, le urla di chi aveva subito perdite gravi, segnavano ad ogni passo l'intercedere verso il consiglio.

Ma tutto quello che percepiva nel suo campo visivo, gli odori , i suoni erano dannatamente reali... i chiari segni di una guerra, il tipo più subdolo di guerra quella che ti piomba addosso dall'interno, da dove non ti aspetti.

Alfred come pilota operativo quando era collegato a Matrix era stato spesso in zone di guerra, e gli sguardi degli indigeni erano identici a quelli che aveva ora il popolo ferito di Zion, e guardando i compagni si rende conto che anche il loro sguardo era quello dei soldati in misssione, uno sguardo misto trà la pietà e la rabbia di non aver potuto impedire la rivolta.

*Più le cose cambiano... più restano le stesse*

Da buon soldato Alfred domina il primigeno impulso di fermarsi ad aiutare i soccorritori, sa che i suoi ordini sono diversi, sa che la disciplina è la strada più veloce quando il caos smette di governare....

<<Coraggio ragazzi, sono in buone mani, il peggio è passato prima arriviamo in consiglio e prima saremo liberi di dare una mano alla popolazione di Zion>>

Appoggiando un braccio sulla spalla di H1, Alfred abbozza un sorriso, e compie poi lo stesso gesto con Ianus, nel tentativo di far risollevare il morale ai suoi compagni.

Giunti ad una zona controllata il gruppo si ferma mentre il capitano Keanu apre il varco tramite il suo bagde.
L'equipaggio della Pegasus attraversata la porta trasparente si riversa in un ascensore, che li porterà verso la sala del consiglio.

[color=cyan:c33b705995]Fuori dal Portone del Consiglio ' orario indefinito
Zion [/color:c33b705995]

La grata metallica dell'ascensore si solleva....

*Eccoci di nuovo quà, per apprendere e per raccontare, sarebbe bello se almeno noi avessimo delle buone novelle da riferire..., speriamo solo di non dare il colpo di grazia al morale dei saggi di Zion.....*

L'equipaggio varca il portone del consiglio, la sala è affollata, sicuramente il clima che si respira è differente da quello dell'ultima volta in cui si era trovato lì.
Procedendo verso il centro della sala si guarda intorno e scruta i visi dei presenti, cogliendo un misto di preoccupazione, e di orgoglio per aver sventato la sommossa.
Il capitano Keanu si ferma davanti ai membri del consiglio, così fa pure Alfred.

[color=cyan:f39f4e6491]Tunnel nucleo abitativo ' orario indefinito
Zion [/color:f39f4e6491]

Urla di bambini. Feriti che si lamentano. Pianti di bambini...

Appoggiando un braccio sulla spalla di H1, Alfred abbozza un sorriso

Hard1 guarda Alfred, come a ringraziarlo per il conforto. <<Chiunque sia stato la pagherà!>>

...sangue e feriti ovunque, donne e bambini in lacrime, uomini che cercano di confortare i loro congiànti, mani tese ad invocare un aiuto ed un soccorso...

...un bambino. Solo. Seduto a terra con le ginocchia al petto e le braccia a sorreggerle. Non piange. Ha lo sguardo vacuo, perso nel vuoto. Capelli scuri arruffati. Vestiti logori, come tutta Zion del resto, che denotano come il ragazzo abbia dovuto strisciare e nascondersi chissà dove. Trema come una foglia.

Hard1 si stacca un attimo dal gruppetto senza farsi notare e si avvicina al ragazzo.

<<Dove sono mamma e papà'>>

Riceve uno sguardo in risposta. Nulla di più. Più chiaro di mille parole. Il ragazzo avrà una decina d'anni. Ma il suo sguardo sembra certificarne almeno il doppio.

<<Ora devo andare, ma ti prometto che appena possibile ti aiuterò a cercarli; vedrai che sono preoccupati per te e staranno facendo su e già per i piani nel tentativo di trovarti. Zion è grande anche se non sembra e perdersi in mezzo ad uno scontro è facile. Ma stai tranquillo lì raggiàgerai presto! Se ti trovo ancora qui al mio ritorno ti prendo con me finchè non troviamo i tuoi ok'>>

Il ragazzo sorride. Un sorriso accennato, comunque un faro nel buio del suo viso.

Keanu si fa violenza per proseguire a passo spedito

<<Ora devo andare. Stai tranquillo, non sei solo!>>

Hard1 si alza di scatto, scompiglia i capelli del ragazzo con un gesto affettuoso e si riaggancia al gruppo. Nessuno sembra aver notato la sua momentanea dipartita.

Ma Alfred lo guarda sorridendo.

Ovunque in Zion

Una voce femminile e apersonale, proveniente dagli altoparlanti:

<< Purtroppo comunichiamo a Zion la notizia della morte dell'onorato Capitano Moebius per mano di ignoti. Domani verrà svolto il suo funerale in pubblico nella zona del Foro. La memoria del Capitano rimarrà sempre nei nostri cuori. Comunicazione terminata. >> "Do-Ding".

La registrazione, replicata per tre volte da tutti gli altoparlanti e voluta esplicitamente dal consiglio, è stata appena trasmessa.
Zion aveva perso un altro difensore.

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