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La cucina dell'Oracolo RELOADED!!!!!

Da un corridoio buio emerge la sagoma di una figura di media statura e corole-playeroratura.
Si avvicina a passo lento e felpato e al suo passaggio la polvere sembra inchiodata sull'arredamento circostante, una polvere strana e fittizzia a quanto pare.

Morole-playerheus_87 che sta sulla soglia fra il salotto e la cucina può vedere finalmente la figura di una donna dalla carnagione scura e capelli neri ricci, immancabile il vestito verde bottiglia che indossa.

Nell'aria la stranezza di non poter sentire quell'odore di chiuso e di polvere, nel tatto nessun fastidio, l'ambiente circostante ha solo l'immagine ma non l'odore, il tatto e il sapore di chiuso, di vecchio e di polvere.

- Ti stavo aspettando - le mani della ragazza sono congiànte all'altezza dell'addome, non è l'immagine residua dell'Oracolo, ma l'immagine di una ragazza giovane e dall'aspetto piacente.

Si avvicina lentamente, non è minacciosa e i suoi sguardi sono dolci e premurosi nell'accarezzare la figura di Morole-playerheus.

- Mi fa piacere che tu sia tornato, molte volte, quando si giànge ad un punto morto, non è sbagliato guardare indietro e ricominciare da dove si è partiti. Non bisogna mai dimenticare chi siamo e da dove veniamo, le esperienze ci arricchiscono, smussano gli angoli del nostro carattere ma non cambia l'essere intrinseco che risiede nei nostri cuori. - un sorriso dolce riaffiora nelle labbra giovanili e nel viso stirato della ragazza.

- Qualcosa è cambiato è vero, ma non il tempo, qualcos'altro. Guardati intorno cosa ha di diverso quest'appartamento' -

Tornando sui suoi passi si chiedeva cosa continuava a spingerlo verso quella stanza...

Quando, trovandosi difronte a quella ragazza cominciò a provare una strana sensazione, di stupore e disagio... aveva la stessa sensazione di quando un tempo si trovava faccia a faccia con l'Oracolo, sensazione che risvegliava nei ricordi il profumo di quella cucina, di quei biscotti che avevano il potere di dipanare ogni dubbio ogni incertezza...

" q... qui non è cambiato nulla" rispose titubante, " è solo tutto coperto di polvere"

ad un tratto un flash nella sua mente, un flash di vecchi discorsi annebbiati fatti proprio in quella sala d'attesa, da cui emergevano solo dei versi

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"un tumulto, il qual s'aggira
sempre in quell' aura sanza tempo tinta,
come la rena quando turbo spira."[/b:0b9f1d528e][/i:0b9f1d528e]

La stessa aura che vestiva quel luogo, senza tempo.
La rena aveva ricoperto le tracce come le onde cancellano le orme sul bagnasiuga.

"è più freddo, ma non capisco come sia successo, non riesco a spiegarmi come tutto questo sia potuto succedere... e, ad esser sincero non so cosa mi ha spinto a ritornare, non so cosa cerco, forse sono solo mere illusioni quelle che mi han guidato qui, o forse un illusione è solo questa polvere che come la cenere è qui a coprire le braci di fiamme mai spente..."

Mentre diceva queste parole si sentiva ancora più strano, più confuso...
Continuava a osservare incredulo la sagoma di quella ragazza, e si rese conto si avere un espressione inebetita, come se gli si fosse parato davanti un fantasma...

Cominciò a camminare per quella che era un tempo la sala d'attesa...
A terra c'erano ancora i cucchiai che Magda cercava di piegare, e un bigliettino che lui stesso aveva appeso un tempo alla porta...
Scoppiò a ridere, per l'ironia che il destino aveva dimostrato per l'ennesima volta...

"vedi" disse rabbuiandosi in volto, "non so neanche se è questo il punto da cui ho cominciato a perdermi..." e così dicendo si lascio cadere sulla vechia poltrona del salotto su cui tante volte si era fermato, sollevando una nuvola di polvere...

Continuò in silenzio ad osservare in silenzio la ragazza dal vestito verde bottiglia, "Non avrei mai immaginato di trovarti qui..."

Si increspa un sorriso in quel volto giovane, per nulla segnato dalle rughe ma solo dalle scelte.

- Giusto! - sorrise di nuovo alzando l'indice verso l'alto.

Abbassa il capo, la mano scivola su una tasca del pantalone che sta indossando.
Sfila la mano dalla tasca, qualcosa di piccolo viene tenuto fra l'indice e il medio per infine rivolgersi a morole-playerheus porgendo la mano.

- Dolcetto' - sorride di nuovo e riprende la parola - dimmi, qual'è la realtà qual'è l'illusione'
In questa vita siamo costretti a prendere strade che garantiscono la concretezza della nostra vita e del nostro futuro; non che sia sbagliato ma spesso ci portano lontano dai nostri desideri, da ciò che siamo e da ciò che realmente vogliamo per la nostra vita e felicità.
Perchè facciamo queste scelte' perchè ci lasciamo condizionare dall'ambiente che ci circonda e a volte - prende tempo, abbassa lo sguardo e schiude di nuovo le labbra - lo facciamo per non far soffrire le persone che ci sono accanto. I cambiamenti sono sempre difficili da accettare, da digerire e da far comprendere, ma come dicevo prima, è importante non dimenticare mai chi siamo e da dove veniamo, per evitare che nel corso di questo cammino, ci perdiamo. - un sorriso dolce e premuroso appare sul viso luminoso e gioviale della donna.

Si guarda attorno.
- Non puoi sapere il momento e il luogo esatto dove hai iniziato a perderti, ma puoi vedere cosa alberga dentro di te guardandoti semplicemente attorno. Polvere e cenere, è questo quello che vedi e senti, è il tuo mondo adesso è composto da questi due elementi. -

Sorride di nuovo
- Io sono sempre stata qui, accanto a te, ci sono momenti che hai voluto vedermi e mi hai incontrata, volte che non volevi vedermi, volte che non mi sentivi e volte che non era il tempo di vedermi, ma sono sempre qui. -

"Non potrei mai rifiutare un biscotto"

Ritirando il biscotto, iniziava a percepire il senso di tutto questo...

"Ora capisco... sento e vedo solo ciò che ho bisogno di sentire e vedere, no'"

Cominciò a capire che la polvere non era in quella stanza....

"Ciò che mi sfugge... è... come... come ho creato questo disastro..."

Non osava neanche porre la domanda che però era più opprimente...
gli usci quasi sussurrata "... e ora'..."

In quell'aura senza tempo, che ormai aveva colorato il suo mondo di grigio, non riusciva più a distinguere se fosse giorno o notte...

- Esatto. - sorride vedendo come il ragazzo iniziava a recepire quello che stava spiegando.

- Spesso e volentieri, ci rendiamo conto che ritornare sui propri passi, non è la cosa più sbagliata da fare - ammicca verso il ragazzo.

- E' normale perdersi, ma non dobbiamo mai dimenticare chi siamo e da dove veniamo -

"Il problema è quando te lo fanno dimenticare."

"Quando quella cenere te la infilano piano piano..." disse, cercando di sfuggire dagli occhi della sua interlocutrice.

"Ma per questo c'è ben poco da fare".

Chinò lo sguardo.... il paesaggio fuori dalla finestra era ormai un qualcosa di indistinto...

"resterò qua ancora un pò, se non ti dispiace, è l'unico posto dove riesco a pensare..."

Concluse... forse....

- Non esistono assolutismi, esiste solo un mondo tanto vasto e sfaccettato quanto sono le menti che lo compongono e lo costruiscono - continua a sorridergli dolce

- Non è la cenere che si insinua, è solo l'esperienza che ti porta a vedere tante vie che prima non riuscivi a cogliere ed è facile perdersi. Come trovare la giàsta via' basta unire ciò che sei, ciò che vuoi con l'esperienza che acquisisci nel corso degli anni. E' difficile non perdersi, infatti non a caso il detto "invecchiando si diventa più saggi" viene pronunciato a caso.

La donna si avvicina ponendo una mano sulla spalla del ragazzo.

- Resta per il tempo che ritieni opportuno, se poi non sai dove andare, conosci la strada per tornare al punto di partenza.
Non c'è fretta per quanto il mondo gira in maniera così vorticosa, l'importante è capire. Se ti addentri in strade sconosciute potresti perderti e non più ritrovare la strada del ritorno e questo, accade a tante persone purtroppo. -

Ricordi come vecchie fotografie, che sbiadiscono e pian piano si cancellano, cominciarono a riemergere, confusi e storditi...

"...grazie Oracolo..."

Fu tutto quello che riuscì a sussurrare.
Nonostante avesse una marea di domande, e una voglia incredibile di parlarne...non sapeva cosa dire...

Così, si ritrovò a disegnare linee, come le linee che si disegnano nella sabbia in una normale mattina spensierata in riva al mare sotto al sole cocente, sul tavolino della sala d'aspetto avvolta in quell'innaturale aspetto, con la testa e il cuore sempre più pesanti...

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