«Speed of life», la natura in stile Matrix.
Il muscolo in tensione del felino che si avventa sulla preda; lo scatto e della lingua del serpente che con precisione assoluta raggiunge l’obiettivo: l’artiglio del rapace nell’atto di ghermire il roditore che gli farà da pasto. Le scene di caccia e di wildlife fanno ormai parte della storia della televisione e hanno decretato il successo di programmi divulgativi firmati da grandi studiosi e giornalisti, da David Attenbrought al nostro Piero Angela.
«BULLET TIME» – Ma in epoca di alta definizione e di tecnologie supersofisticate, l’osservazione della vita selvaggia può arrivare a cogliere particolari e dettagli impensabili solo fino a pochi anni fa. Macro lenti, microscopi ad alta velocità e time-lapse notturni possono oggi essere utilizzati, assieme alle sempre più sofisticate tecniche di montaggio, per documentari in stile «bullet time», ovvero l’alterazione del tempo di spostamento di una pallottola sparata da un’arma da fuoco, impossibile da percepire all’occhio umano, una tecnica cinematografica utilizzata ad esempio per pellicole come Matrix che consente di vedere un’intera scena in slow-motion, che non è solo un effetto rallenty ma una concezione completamente nuova di visione che permette allo spettatore di assistere ad una sequenza senza gli «strappi» e la progressione a singhiozzo in stile moviola. Insomma, è tutta una questione di velocità. E proprio per questo si chiama «Speed of life» il nuovo programma in onda da sabato 12 febbraio su Discovery Channel (ore 21, canali 401 e 402 in Hd del decoder Sky).
FUMATURE DELLA NATURA – Sono previste tre puntate in cui la tecnica della manipolazione di tempo luce e dimensioni, mostra il mondo animale in modo molto più veloce o lento, chiaro o scuro, grande o piccolo di quanto sia possibile scorgere ad occhio nudo. Le immagini spettacolari e in alta definizione permettono di cogliere le più sottili sfumature e la maestosità del pianeta e delle sue location più selvagge, dalla foresta pluviale dell’America Centrale all’Africa Orientale, passando per le terre ancora selvagge del grande Ovest degli Stati Uniti. Il primo episodio sarà dedicato proprio ai «Predatori del Sud-Ovest», con scene mai viste della battaglia quotidiana tra predatori e prede, nell’infinita lotta per la sopravvivenza nel wild west americano. Il 19 febbraio sarà la volta dei «Predatori dell’America Centrale», in cui con l’aiuto di sofisticate telecamere, viene filmato il comportamento di alcune fra le creature più sfuggenti della foresta pluviale, come la rana arboricola e la scimmia urlatrice. L’ultimo episodio, il 26 febbraio, sarà infine dedicato alla flora e alla fauna africane come non sono mai sate viste sino ad oggi: un camaleonte cerca il cibo e alcuni babbuini sono incuriositi dagli strumenti della troupe sono solo alcuni dei protagonisti dell’episodio.
Fonte: http://www.corriere.it/