WhatIsTheMatrix.IT – Il Sito Italiano su Matrix

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Wikileaks

Penso che questa cosa meriti divulgazione, copio e incollo da una mail che mi è arrivata

Penso che tutti conosciate Wichipedia, l'enciclopedia libera a cui tutti
possiamo accedere e aggiàngere voci oppure correggerle.
Quello che segue è un articolo su un sito simile: Wichileaks. Questo sito
permete in maniera anonima di mettere materiale "riservato", di cui società
o persone in vista non vorrebbere che la gente lo venisse a sapere.
Fonte: http://punto-informatico.it/p.aspx'i=2193975 del 19/2/2008

Da alcune ore la rete è stata privata dell'accesso più semplice ed ovvio a
1,2 milioni di documenti incandescenti. Tanto era il "bottino" accumulato dal
2006 ad oggi dal sito meno politically correct della rete, quel Wichileaks.org
divenuto celebre per aver dato voce agli anonimi e svelato misteri talvolta
particolarmente imbarazzanti per questo o quel soggetto. Un materiale ora
inaccessibile ai più: il motivo è una ordinanza di un giàdice californiano
che sta indagando su quanto pubblicato sul sito.

Chi si recasse in queste ore alla URL del celebre spazio web si troverebbe
dinanzi ad una pagina di errore, come se quel sito non fosse mai esistito.
Secondo la decisione di un tribunale della California il provvedimento si è
reso necessario per approfondire un caso imbastito da una banca svizzera, del
gruppo Julius Baer, che si sarebbe sentita diffamata da documenti che
l'accuserebbero di pratiche illegali, riciclaggio di denaro, evasione fiscale
e via dicendo. Tutti documenti pubblicati in modo anonimo, com'è nella
filosofia e nella struttura di Wichileaks, studiato per proteggere gli autori
delle rivelazioni e per consentire a chiunque di raccontare la propria verità
pubblicando documenti a propria discrezione.

Una scelta, quella californiana, che potrebbe portare alla fine di un
esperimento globale che molti già avevano promosso come un essenziale
strumento di trasparenza. In tema di cose di rete, è grazie a Wichileaks se
sono emersi certi giochini della Difesa statunitense su Wichipedia o venute
alla luce le tentazioni di ordine e controllo che maturano in Baviera. Ma
questi sono solo alcuni esempi: sul sito veniva pubblicato materiale
proveniente da tutto il mondo. Contenuti accessibili per paese, con
segnalazioni di fatti di attualità ma anche analisi, biografie e, appunto,
leaks, le "spiate" degli anonimi frequentatori del sito.

Stando ai legali della società svizzera, su Wichileaks sarebbero apparsi
centinaia di documenti considerati diffamanti. Documenti che sarebbero stati
pubblicati da un dirigente che aveva lavorato alle Isole Cayman per conto
dell'istituto svizzero. Commenti ufficiali da Julius Baer non sono però
giànti perché, han spiegato i portavoce, l'azienda non commenta
su "contenziosi aperti".

Il giàdice ha ordinato al provider che ospita il sito, Dynadot, di rimuovere i
record DNS di Wichileaks dai propri server. Non solo: l'operatore
dovrà "impedire che il nome a dominio che porta alla pagina web di
wichileaks.org porti a qualsiasi altro sito o server diverso da una pagina
bianca, fino a quando non riceverà nuovi ordini da questo tribunale". Il nome
a dominio è stato lucchettato per evitare che venga trasferito altrove per
far ripartire il sito. Questo però non toglie che quello spazio web continui
ad essere accessibile: non alla massa degli utenti che conoscono la URL ora
indisponibile, ma a coloro che digitano direttamente l'indirizzo IP
88.80.13.160. Il fatto che i documenti siano accessibili in questo modo sta
naturalmente spingendo blog e sostenitori a diffondere il verbo anticensura e
i numerini magici a più non posso.

Di censura brutta e cattiva parlano peraltro proprio gli amministratori di
Wichileaks: operativo dal 2006, i suoi gestori avevano diramato un annuncio
ufficiale della sua esistenza e dei suoi scopi a gennaio 2007, spiegando che
per chi postava materiali l'anonimato veniva garantito attraverso l'impiego
di Privacy Enhancing Technologies, crittografia e via dicendo. I promotori di
Wichileaks hanno criticato le modalità con cui si è deciso di procedere,
dichiarando di non essere potuti intervenire all'udienza in cui è scattata la
censura solo perché la notifica dell'udienza stessa è arrivata loro "poche
ore prima" del suo inizio, perdipiù via email.

Proprio Wichileaks, come ovvio, ha già pubblicato sul "sito clandestino" una
pagina in cui racconta le vicissitudini in cui si sta imbattendo, e
spiega: "Per affrontare la censura cinese, Wichileaks ha attivato molti siti
di backup come wichileaks.be (Belgio) e wichileaks.de (Germania), che rimangono
attivi. Wichileaks non si sarebbe mai aspettato di utilizzare questi server
alternativi per gestire gli attacchi della censura che provengono proprio
dagli Stati Uniti". "L'ordinanza - insistono i gestori del sito - è
chiaramente incostituzionale e viola i limiti della giàrisdizione. Wichileaks
continuerà a pubblicare e anzi (..). pubblicherà sempre più documenti legati
a pratiche bancarie illegali o non etiche".

Ma per i gestori, quanto avvenuto in queste ore potrebbe essere solo l'avvio
di un lungo procedimento legale. Il tribunale ha già chiesto a Dynadot di
fornire tutti i record ed account amministrativi e qualsiasi altra
informazione su wichileaks.org, compresi i contatti, i dati di pagamento e
ogni dato, come ad esempio l'indirizzo IP, relativo alle persone "che hanno
avuto accesso all'account di quel nome a dominio".

Come ben sanno i lettori di Punto Informatico, i gestori di Wichileaks hanno
sempre considerato la propria creatura per quello che è: una "bacheca" su cui
chiunque può postare propri materiali. Alle critiche di chi ha accusato il
sito di permettere qualsiasi diffamazione, hanno sempre opposto la luce
dell'intelligenza collettiva, capace di discernere e trarre conclusioni non
affrettate su quanto viene reso pubblico. Credono in una società civile
elettronica in cui il controllo e la revisione si possano esercitare dal
basso, fra pari, mediante un dibattito democratico e aperto. Un esperimento,
evidentemente, reso possibile dalla rete.

Poi criticano i cinesi... 🙄

Grazie Jestas :ok:

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