Cita da Konte su 25 Febbraio 2004, 18:53

Il pensiero unico può prescindere dalle coppie oppositive per il suo funzionamento! Esse infatti postulano un dualismo insito nel tutto, per il quale ogni tipo di pensiero ne è una conseguenza ma proprio in virtù di ciò ne è logicamente disgiànto.
In altre parole il dualismo sintattico rappresenta la base della coscienza dell'essere (il mio essere è tale in quanto il mio non essere non è tale) ma non presuppone necessariamente un analogo dualismo ideologico del pensiero.
Il secondo termine viene relegato, non tanto a contraddittorio, ma a semplice paragone e come tale assorbe completamente la sua funzione fino alla più completa marginalizzazione. E sulla marginalizzazione degli opposti, cresce e si sviluppa il pensiero unico, primo presupposto della teoria del sè.

La teoria del sè che si fonda sull'egoismo e sull'egocentrismo umano non deve ritenersi sempre negativa per la società plurindividuale.
Come già evidenziato da Max Webber, la società umana ha conosciuto il proprio sviluppo grazie all'egocentrismo degli uomini e alla marginalizzazione delle teorie sociali, prima fra tutte il cristanesimo!
L'uomo e la società di cui fa parte, infatti, si sviluppa quando i membri della comunità desiderano il progresso e l'emancipazione personale, sfruttando le proprie doti individuali per il miglioramento del proprio benessere.
Tale spinta, una volta propagatasi, determina un elevato sviluppo sociale che lascia però dietro di sè due elementi negativi: la disuguaglianza sociale e soprattutto l'omologazione del pensiero.
Il pensiero unico, quindi, come causa (positiva) ed effetto (negativo) dello sviluppo sociale.