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Le vie di Matrix

Le vie di Matrix

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Attraverso queste strade, i ribelli in Matrix raggiàngeranno le loro mete.

Collegati. L'equipaggio della Pegasus è in Matrix. Per Keanu è una vecchia sensazione.. non prova nulla di strano. Ma vede negli occhi dei suoi compagni uno strano senso di smarrimento.. <Tranquilli.. è tutta roba che conoscete già.. solo che ora siete voi quelli diversi.>

<Abbiamo un appuntamento con gli Agenti alla Metacortex. Ora andiamo, senza indugiare.>

...

<Prudenza, ragazzi.. prudenza..> continuava a dire il Capitano mentre con la sua squadra si recava al rendez-vous. <Cercate di non dare nell'occhio.. non tutti ci sono amici quaggiù, in Matrix>

...

Ecco la Metacortex. Palazzo enorme. <Gli Agenti sono all'ultimo piano. Coraggio, muoviamoci.>

...

<<Benvenuto Capitano Keanu!>> così, i 5 Agenti accolgono l'equipaggio della Nabucodonosor, appena entrati nella stanza. <<Vedo che non è solo.. forse non si fidava'>>

<E' il mio equipaggio. Gli accordi non prevedevano che venissi da solo. Quindi poche chiacchere e andiamo al sodo.>

<<Certo, certo.. ma ora sediamoci e discutiamo.>>

Il biancore dell'area di caricamento struttura, inizia a dissolversi, gli occhiali a specchio iniziano a riflettere immagini di palazzi , vetrine, strade.....

*di nuovo dentro....*

l'acre sapore di smog pervade le vie respiratorie di Alfred, ma nonostante la non salubre essenza, ne respira a pieni polmoni, come per assaporare odori familiari che da tempo mancavano alle sue narici....

Alfred si guardaintorno, vede i suoi compagni, sembrano smarriti come lui, tutti tranne il comandante Keanu, lui mostra l'aria stanca e un pò annoiata tipica dei veterani che fanno una cosa oramai come se fosse semplice routine....

<Tranquilli.. è tutta roba che conoscete già.. solo che ora siete voi quelli diversi.>

*Già... diversi......, sotto certi aspetti migliori, consapevoli di una realtà fittizzia che ci ha tenuto imprigionati per anni....., disillusi e un po arrabbiati.... maledette macchine, e noi stiamo per incontrane dei rappresentanti*

Alfred inizia a seguire il comandante, attraversa strade e vicoli un tempo conosciti, ma mai esplorati a fondo, e solo ora rileva particolari, dettagli che nella sua vita in The Matrix non si sarbbe neanche lontanamente sognato di notare....

................

Il palazzo della Metacortex si staglia davanti al gruppo di operativi, la tensione tra le reclute inizia a salire, ma il loro comandante ha la situazione in pugno, e la sua sicurezza tranquillizza le nuove redpill.

................

Le porte dell'ascensore si spalancano, l'ambiete è quello classico che si trova nei palazzi adibiti ad uffici commerciali, decine di persone (sicuramente blu pill), si muovono indaffarate da un'ufficio all'altro, vivono quella che per l'oro risulta essere la realtà inconsapevoli della neurosimulazione MATRIX.

In fondo al corridoio dritto davanti al gruppo una porta chiusa li attende, e giànti a pochi passi , viena spalancata, l'inconfondibile sagoma di un agente li attende aldilà della soglia, l'aspetto sembra amichevole, ma nonostante tutto inquietante.

*ok ci siamo ora vedremo se possiamo fidarci delle machine....*

Non appena all'interno Alfred esplora l'intera aula riunioni , tre agenti sono seduti al tavolo, due in piedi ai lati della porta......
Quello che sembra il capo dice qualcosa al comandante keanu, ma l'adrenalina nel corole-playero di Adam e scatenata, la boccaa dello stomaco si chiude, la sua mente cerca di analizzare le possibili vie di fuga nel caso si tratti di una trappola, Alfred inizia a sudare freddo , se è una tappola è già scatta le vie di fuga sono inesistenti......

Alfred riprende lucidita, e sente distintamente il capo degli agenti invitare le redpill a sedersi attorno al tavolo...

Da struttura a Matrix, il passaggio era singolare. L'intera realtà sembrava "montarsi" sotto i suoi occhi, come fosse la scenografia di un film. Sentiva cambiare rapidamente temperatura, odore, illuminazione, quel flusso di bit gli scorreva nel cervello cambiando percezioni.
Alla fine era un pò spaesato, come i suoi compagni, ma non c'era tempo per i dubbi. Il capitano voleva che il gruppo si muovesse.
...

Sembrava di entrare nella tana del lupo, quell'appuntamento alla Metacortex, e lgli agnelli della situazione erano loro.
Ianus tentava di scacciare questi pensieri negativi mentre entravano nell'edificio.
...

5 agenti, considerando la loro forza, quella voleva dire notevole superiorità numerica... male... estremamente male. Le cose prendevano una brutta piega.
Keanu parlava con uno di loro, la cui voce aveva il caratteristico timbro tagliente e ironico con in quale venivano programmati. La situazione sembra non interessare a Ianus, fissa dietro le scure lenti degli occhiali un agente, a destra della porta...
"sono tutti uguali, , mi sembra di averlo già visto, scorgo in lui la sagoma... no, non può essere"
in risposta ha uno sguardo incuriosito, "spero non sia lui"
sente la rabbia crescere, poi Adam richiama la sua attenzione e sussurra:
<Ianus, muoviti, siediti>
Ianus vorrebbe scusarsi, ma sarebbe ridicolo in quella situazione, si siede e nota che gli altri due agenti rimangono alla porta.

troppo silenzio... troppa calma, ha sempre odiato quelle situazioni, non c'è nervosismo, c'è solo una offusa sensazione di rabbia, di furia. Sàche là dentro, nell'edificio della Metacortex, nonostante la "tregua", nonostante il "patto", troverebbe facilmente la morte, e quell'agente dall'aria familiare...
Lì essere seduti al tavolo con gli agenti riempie di nervosismo, è semplicemente surreale, indescrivibile.
Cancella dalla testa qualsiasi idea di follia e di furia
"ci sarà il tempo della vendetta"
e allora si ricorda il perchè sia lì. Il ricordo porta dolore. ma non è il momento... ancora.
Il silenzio si protrae da molto tempo, ha tutta l'aria di una trappola. Ianus cerca allora di assumere un'aria più tranquilla possibile, anche se la sua espressione sà di rassegnazione e impassibilità, forse solo gli occhiali dal vetro brunito celano le sue vere intenzioni; intenzioni che se messe in atto farebbero saltare qualsiasi piano del capitano o delle alte sfere.
"No meglio non fare nulla, non devo compromettere minimamente il corso degli eventi"
così pensando, coperto dal tavolo, porta la mano destra vicino alla fondina, vicino al manico della leggera browning, il fucile colt poggiato al tavolo.
I bit degli insegnamenti riaffioravano a scatti nel cervello, tra le sinapsi: se si fosse scatenato l'inferno là dentro, avrebbe fatto la sua piccola parte.

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Ufficio Metacortex - orario indefinito-
Matrix
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La sala riunioni è asettica, lucida nella sue superfici di metallo brillante, alluminio anodizzato a vista ovunque, le luci al neon risplendono sinistre sulla superficie a specchio del tavolo rettangolare, spazioso, di quelli che ti aspetteresti in una tetra board room di multinazionale dei tabacchi........

Il gioco di specchi prosegue sui lucidi capelli dei cinque agenti presenti nella stanza, sui loro occhiali scuri che ne nascondono come di consueto lo sguardo perso nel vuoto dell'animo.....

Tre agenti sono seduti al tavolo, due in piedi ai lati della porta, impeccabili nelle loro movenze minimali e nei vestiti da manager rampante, quasi parte dell'arredamento......

Quello che sembra il capo accenna appena impercettibilmente un meccanico saluto al comandante Keanu ed invita le redpill a sedersi attorno al tavolo...........

Uno dei due agenti in piedi chiude la porta, e quasi si appoggia al battente serrato, sigillando le vie di uscite alla stanza........

Il capo inizia a parlare, rivolto a Keanu, con tono gelido e non meno metallico dello scaffale vicino alla finestra protetta da veneziane fittamente chiuse:

<<Signor Reeves, signori May, Burton ed Ianus, io sono l'agente White, e spero vi rendiate conto che questo non vuole essere un incontro di piacere......
Odio in verità essere qui con voi, strappato dalla mia abituale routine, ma la situazione è talmente GRAVE da avere richiesto questo spiacevole momento conviviale.......>>

White si systema i polsini della camicia bianca, la nota che ha sottolineato la parola grave aleggia ancora nell'aria della stanza, talmente tesa da potersi tagliare con un coltello

<<Spero anche che vi rendiate conto che questo incontro è pacifico, sareste già morti in caso contrario...........
Pacifico perchè siamo convinti che la situazione necessiti di ulteriore approfondimento prima di giàngere a conclusioni affrettate......
Lei sa vero signor Reeves a cosa mi riferisco''''>>

Keanu si sfrega la corta barba incolta mentre posa gli occhi marroni su White:

<<Certo che so a cosa ti riferisci damerino...........
Siamo qui apposta per assicurare 01 che Zion non ha nessun legame con l'esplosione
di quella fabbrica....
Ripeto NESSUN lagame!!!!>>

White quasi interrompe Keanu:
<<Su questo punto signor Reeves siamo concordi malgrado la nostra approfondita conoscenza della vostra genetica bassezza.......
Zion ha tutto da perderci in una ripresa delle ostilità.......
Per quanto a me personalmente non dispiacerebbe..........>>

<<Fottuto spaccone ci sarà modo di riparlare di questo, ne sono sicuro ' sibila Keanu ' ma veniamo al punto, anche noi non proviamo piacere da questo 'conviviale incontro'.......>>

<<Si calmi signor Reeves, appunto ci sarà spero opportunità in futuro di farla meditare su questo punto, e sul mio o meno essere 'spaccone'........
Noi macchine abbiamo deciso questo, e mi ascolti bene, perchè dovrà riferire questa nostra decisione unilaterale, come è nostro pieno diritto esercitarla, al Consiglio di Zion.....>>

White ruota lento la testa sull'equipaggio della Pegasus, incrociando per un istante gli occhi sgranati di Burton, poi tornando a fissare Keanu....

<<La distruzione del plant siderurgico di cui siete edotti non può che essere frutto di un vile attacco ad una nostra legittima struttura produttiva, e costituirebbe una gravissima violazione dello stato di tregua fossimo certi della vostra colpevolezza.....
Ma appunto il legittimo sospetto non è provato pienamente, e di conseguenza siamo giànti alla decisione di indagare oltre sui mandanti e sugli esecutori di questo atto distruttivo....
Ma non vogliamo indagare con una scena del delitto inquinata, abbiamo bisogno di isolare ogni possibile azione umana in corso, in modo di analizzarle TUTTE senza omissioni....
Sia in Matrix che nella realtà.......>>

Keanu fissa con gli occhi iniettati di sangue White, intuendo con angoscia il proseguo del discorso:

<<Matrix è fuori da tutto questo.........>>

<<Matrix non è fuori signor Reeves, tutto è collegato ed interconnesso......
Ripeto la nostra decisione è irrevocabile ed è la seguente:

Fino a nostro ordine contrario viene agli umani di Zion negato ogni accesso a Matrix ed ogni movimento nel real world fuori dalle mura di Zion.

Compreso signor Reeves' Avete compreso TUTTI il messaggio'>>

White guarda in attesa di reazione i suoi interlocutori umani.

"Prestese... non hanno la minima intenzione di dialogare questi qui, le loro intenzioni sono tutt'altro che pacifiche, ci taglieranno fuori da matrix, e poi' da cosa' ricominceranno a ripendere i checkpoint uno ad uno'"
Indecisione, rabbia, i giochetti e le strategie sono tipici delle macchine,quindi non c'è da meravigliarsi se ora, in quella situazione ci siano tali proposte. La cosa migliore è avvertire il consiglio però, e non gli era piaciuto neanche lo scatto d'ira del capitano, aveva qualcosa di diverso dalla sicurezza che aveva notato in lui prima... ma non era rilevante adesso, si gira verso a Ken e accenna lievemente col capo.
"Sono qui" pensa "scatto ad un tuo ordine"
Respira profondamente, forse ci voleva più coraggio a parlare con Keanu che con gli agenti, gli sussurra:
<Penso sia una questione da diplomatici...meglio andare e riferire in fretta al consiglio>

"Non è il tempo delle minacce, non è il tempo della guerra, ma curiosamente adesso, non mi entusiasma il pensiero di una nuoa ostilità... quanto siamo volubili"

Alfred osserva il capo degli agenti con un misto di terrore e di sbalordimento...

*Chi diavolo può aver attentato alla tregua con un atto simile''*

I suoi occhi evitano di incrociare lo sguardo dell'agente White, che conscio dello sbilanciamento di forze presenti in quel momento, sembra voler sottolineare col suo inquadrare tutti i membri della Pegasus, di possedere il completo controllo della situazione.

*Comunque è chiaro che neanche le macchine lo sanno, altrimenti saremmo tutti morti da un pezzo, con le difese di Zion a livelli minimi ci avrebbero messo un attimo a cocludere quello che avevano iniziato durante l'Ultima Battaglia...*

Alfred voltandosi leggermente verso destra, nota che il compagno Ianus, sembra essere molto teso, come pronto per scattare, quasi incapace di soffocare la rabbia che prova verso gli agenti, pronto ad esplodere ad un minimo cenno...

<Ianus... amico, calma, sangue freddo, non è con la forza che qui in The Matrix potremmo ottenere la nostra vendetta...>

Ianus volta la testa verso Alfred, come risvegliato da un torrido incubo di violenza, riprendendo il controllo abbozza un occhiolino ad Alfred...

Alfred si volta poi verso H1, che però sembra il più calmo di tutti gli umani in quella stanza.... *ma forse e solo un'ottima simulazione* pensa tra se e se.

*Le loro richieste mi sembrano legittime, del resto sono loro la parte offesa, ma perchè diavolo le macchine vogliono impedirci anche l'accesso a Matrix, oltre che alle zone esterne da Zion'' Tutto interconnesso'' che significa'''*

Volgendosi verso il capitano, Alfred cerca nello sguardo di Keanu le risposte che gli sfuggono....

Hard1 ascolta tutta la conversazione. Ascolta non è sicuramente il termine adatto. Diciamo che sente. Non presta molta importanza a quello che viene detto. Conosce benissimo la gerarchia. Sa che il capitano deve per forza informare il consiglio prima di dare una risposta agli agenti. E sa anche che, qualora il consiglio avesse dato una procura al Cpt. Keanu, lui comunque non sarebbe interole-playerellato. Quanta importanza può avere il pensiero di un neo-soldato''

*Sono venuto qui per coprire le spalle al capitano e ai miei colleghi. Lì vedo un pò troppo fissati su quello che sta dicendo quell'idiota. Sarà meglio dare un'occhiata al palazzo alle possibili vie di fuga, e agli agenti.*

Detto questo Hard1 si sfila le mani dalla sua giacca bianca. E' una giacca a tutti gli effetti. Ma è lunghissima. Stretta sul petto, si allarga impercettibilmente all'altezza dei fianchi per non far notare le armi, per poi finire larghissima all'altezza delle caviglie.

*Spero solo che il capitano capisca quello che faccio, e non la prenda come un atto insubordinazione*.

Hard1 si avvia verso gli agenti vicino alla porta attirando la loro attenzione e quella dei due agenti al tavolo. White invece sembra non accorgersi neanche della sua presenza. Gli agenti alla porta non muovono un muscolo. E neanche quelli al tavolo che dopo un attimo smettono di fissarlo e tornano a guardare il capitano.

Hard1 si avvicina sempre di più. La stanza è completamente grigia e la luce dei neon fa splendere ancora di più la sua giacca bianca. Si ferma a pochi centimentri dagli agenti che fanno un movimento come per sbarrare la porta.

*Vediamo come reagiscono*

Hard1 allunga lentamente la mano verso la spalla di uno di loro. Con un movimento delicato ma deciso Hard1 fa finta di pulire la spalla dell'agente dalla polvere.

<<Non vorrete portarvi dietro tutta questa polvere spero'' Ma quant'è che siete qui per averne fatta così tanta''>>

L'agente con un colpo secco gli sposta la mano.

<<Torna al tuo posto!!>> ordina in modo perentorio. Ma Hard1 ha ottenuto ciò che voleva. Durante il movimento per togliere la mano l'agente a scoperto il fianco e la vita, mostrando le armi che porta con se.

Hard1 uno si abbassa gli occhiali e fa l'occhiolino all'agente.

*Mmm... hanno quella che definirei l'arma d'ordinanza...*

Tornando sui suoi passi, si avvicina alle finestre. Guarda giù. Gente che cammina. Ignara di tutto. Si affianca a Ianus e a Adam. E ripete loro la stessa frase:

<Siamo al sesto piano. Sotto di noi le persone camminano normalmente e dai colletti bianchi che ho visto deduco che siamo nel centro della città. Non hanno chiuso il palazzo ma ci sono due macchine della polizia all'entrata e due agenti di sotto. Inoltre...> sorriso beffardo <...non conosco le loro intenzioni, ma questi figli di puttana sono armati fino ai denti!>.

"Ottima analisi... ha osato ma... ottima analisi"
Ianus fa cenno a H1 di aver capito la situazione... si aspettavano qualcosa allora le macchine... ecco il perchè dell'attesa. Sarebbe stato difficile cavarsela facilmente in caso di contrasto. la browning invocava sangue e il fucile colt era lì pronto come diversivo. Anche loro avevano potenza di fuoco, ma qualsiasi cosa potesse succedere, non era gratificante il fatto che per colpa loro potesse riprendere qualsiasi ostilità tra uomini e macchine. La decisione spettava ancora al capitano. Un gesto, una parola. Adam lo aveva calmato un secondo, anche se reclute come lui, il fatto di essere adulti aggiàngeva più razionalità alle loro azioni. Si aspettava che ben presto il capitano si alzasse e si accommiatasse, era la cosa più logica e sensata, sopattutto per Zion, non tanto per quel piccolo e sparuto equipaggio.
Forse per ingannare l'attesa però l'agente alla sinistra di white era stato scelto da lui come bersaglio preferenziale.
<Andiamo'> sussurrò
"Meglio così, per noi, e soprattutto per loro, neanche sanno che scherzetto ho pronto per loro nel caso le cose si mettano male"

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